Manzoni a Morosolo |
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A Morosolo, frazione di Casciago (Varese) questa iscrizione è apposta sul cancello di Villa Stampa, ora Villa Aletti. Il testo dell'epigrafe fu proposto da Domenico Bulferetti, insigne studioso e cultore di studi manzoniani. L'elegante villa, attorniata da un vasto parco ricco di varie specie arboree, sorge nel centro dell'abitato, poco lontano dalla chiesa parrocchiale, in posizione privilegiata su un'altura da cui si gode una vista spettacolare. Stefano Stampa, figlio di Teresa Borri che Alessandro Manzoni sposò in seconde nozze nel 1837, aveva ricevuto la signorile dimora in eredità dal padre, il conte Stefano Decio Stampa. Il panorama che da essa si poteva godere la rese particolarmente amata da Stefano che, in questo luogo, trascorse anche lunghi periodi. Al primo piano,
nella camera più ampia della torretta sita a nord ovest, egli aveva
posto il suo studio: dalle sei finestre con la vista sul Campo dei
Fiori, il lago di Varese e il Monte Rosa contemplava viste e scenari
sempre mutevoli e dipingeva ciò che poteva ammirare. Molti sono i
suoi quadri che ritraggono il cambiamento del paesaggio nelle diverse
stagioni, con particolare predilezione per le viste invernali sotto
la neve che imbiancava il parco e le alture circostanti. Manzoni, che ebbe per tutta la vita un rapporto filiale con Stefano, fu ospite presso Villa Stampa nell'agosto 1847 per un breve periodo ma è possibile che fosse giunto a Morosolo anche in qualche altra occasione. Il luogo fu particolarmente apprezzato dallo scrittore che pensò di ravvisare nelle immediate vicinanze, a Casciago, il “Cassicianum” in cui risiedette Sant'Agostino. In una lettera in
francese inviata all'amico Poujolat Manzoni scrive di aver
riconosciuto le caratteristiche geografiche descritte da
Sant'Agostino con quelle di Casciago associabile a Cassicianum anche
per l'assonanza dei toponimi. Manzoni era un
buon camminatore ed amava passeggiare in compagnia di amici e di
Stefano che condivideva con il patrigno la stessa passione. Non è
quindi escluso che insieme avessero compiuto escursioni intorno a
Morosolo e che egli scrivesse all'amico francese conoscendo bene
quel territorio.
Teresa Borri Stampa definiva la residenza varesina “la sontuosa villa del bel Morosolo” ma in realtà è certo che l'arredamento fosse piuttosto scarso e spartano . In una sua lettera del 11 luglio 1837 indirizzata al Maspero, suo agente a Morosolo, lamentava la scarsità di letti per ospitare tutta la famiglia composta da sette persone, cinque donne e cinque domestici. Mancavano anche la biancheria e la terraglia necessarie. Teresa manifestava la volontà di fermarsi in villa otto o dieci giorni ma al tempo stesso ne riconosceva l'impossibilità. In realtà
Manzoni, invitato spesso dal figliastro, soggiornò a Morosolo
certamente dal 8 al 11 agosto (o forse sino al 18) 1847. Prima
dell'arrivo della famiglia, però, furono sostenute spese per
arredamento, utensili ed acquisto di generi alimentari. Con
Alessandro, la moglie e Stefano vi erano tre domestici e tre
domestiche.
Il paesaggio, dominato dal monte Rosa e
ricco di colline tanto varie e pittoresche che incorniciavano la
conca lacustre, furono particolarmente apprezzate da Manzoni tanto
che si sarebbe trattenuto volentieri a Morosolo per un periodo più
lungo. La moglie Teresa, però, dato un abbassamento della
temperatura in quei giorni e la sua salute cagionevole, preferì
partire per la villa di Lesa, sul Lago Maggiore dove il clima le
sembrava più mite.
Nella tenuta della villa si coltivava
la vite e praticava la bachicoltura. Stefano controllava di persona i
suoi poderi e, quando vi si tratteneva, leggeva, scriveva e
dipingeva. Vi abitò anche in inverno nel 1867 e nel 1872 da aprile a
tutto novembre rendendo la casa più ospitale ed accogliente con
l'aggiunta di parecchi mobili. Per approfondimenti: Giacomo C. Bascapè, Morosolo di Varese, Pubblicazioni della Società Storica Varesina, 1971 Fotografie tratte del libro: Morosolo di Varese |
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Dicembre 2023 Rosalba Franchi |